21 dicembre 2011

Fondazione Pangea per le mamme e i bambini di Kabul

di 30 Magazine


Fondazione Pangea lancia il progetto Casa Pangea, per realizzare una casa famiglia per bambini dai 3 mesi ai 5 anni e per le loro mamme, nei quartieri in cui la Fondazione lavora dal 2003.
Basta una donazione di 10 euro per regalare un mattone per la costruzione della Casa e ricevere un mattone magnete a testimonianza del proprio impegno.


Costruire il futuro si può. Materialmente.

Per il Natale 2011, Fondazione Pangea Onlus lancia una grande campagna di raccolta fondi per realizzare Casa Pangea, un asilo/casa accoglienza per i bimbi dei quartieri più poveri della capitale afghana, nella quale la Fondazione è attiva dal 2003 con un progetto di sviluppo e microcredito a favore delle donne e delle mamme.


Con l’obiettivo di ospitare almeno 50 donne e 200 bambini l’anno, la struttura ha lo scopo di garantire ai piccoli un luogo sicuro dove poter essere seguiti nel proprio percorso di crescita, in modo da renderlo completo e adeguato alle loro esigenze e soprattutto renderne partecipi le mamme,  agevolare l’uscita dei bambini dalla scuola materna verso le scuole elementari e migliorare significativamente le condizioni economiche e culturali delle famiglie di provenienza.
Sono previste attività di formazione e gioco, cure sanitarie, vaccinazioni, percorsi formativi e microcredito per le mamme.
Sostenere la realizzazione di Casa Pangea è semplice: basta una donazione di 10 euro per acquistare un mattone per la costruzione della struttura. Per ogni donazione, si riceverà un mattone magnete a testimonianza del proprio impegno, che potrà anche essere dedicato a una persona cara.
Un regalo meraviglioso e pieno di importanza per le prossime festività.

E il sostegno a Casa Pangea non finisce: a partire dal prossimo anno la struttura potrà essere supportata in tutte le necessità di bimbi e mamme. Si potrà scegliere di donare un importo per regalare supporto alimentare, luce, coperte, giochi, matite e quaderni.

SCHEDA INFORMATIVA: ESSERE BAMBINI IN AFGHANISTAN


La situazione.

In Afghanistan la guerra ha distrutto intere famiglie lacerando il tessuto sociale ed economico del paese.

L’indigenza delle famiglie, provocata anche dalla mancanza di opportunità lavorative stabili e continuative, rende tutti i componenti dei nuclei familiari impegnati in una continua ricerca di risorse per sopravvivere, ricerca che coinvolge anche i bambini.

L’ Afghanistan è uno dei paesi con il più alto tasso di mortalità materno-infantile del mondo: secondo i dati UNICEF, ogni 1000 nati, sono 257 i bambini che muoiono prima dei 5 anni di età, quasi tutti per cause prevenibili.

Superata la soglia dei 3 anni, i bimbi devono aiutare la famiglia sia nelle faccende domestiche, che nel crescere i fratelli minori o nel mettere insieme un reddito mendicando, svolgendo lavori pesanti, prostituendosi. Nella sola città di Kabul si calcolano circa 60.000 bambini di strada – tra i 5 e i 15 anni - cioè bambini che passano la giornata abbandonati a se stessi nel tentativo di racimolare denaro per sostenere fratelli, sorelle e genitori. Nel 2001 ne erano stati contati 38 mila, con un evidente e preoccupante aumento nel corso di pochi anni.



I rischi.

Il rischio maggiore a cui vanno incontro questi bambini è di diventare merce di scambio: sono in aumento le violenze sessuali contro i maschietti e la vendita di bambine per matrimoni con uomini adulti e ricchi. I piccoli vanno poi ad alimentare il traffico di bambini, rapiti e instradati all’estero – in particolare in Arabia Saudita – per diventare piccoli schiavi o finire nel circuito del traffico di organi.

La carenza di strutture statali che accolgano i bambini al di sotto dei 5 anni è comune a tutto il paese: gli asili sono spesso privati e molto costosi, inavvicinabili per le famiglie.



Il progetto di Pangea.

Il diritto all’infanzia in Afghanistan viene negato per mancanza di mezzi, sia economici che strutturali.

Risulta evidente la necessità di un supporto ai nuclei familiari con la creazione di spazi in cui i bimbi possano vivere la propria infanzia, con attività ludiche e di formazione che ne stimolino lo sviluppo cognitivo ed emotivo in un ambiente tranquillo, a cui le famiglie possano affidarli senza problemi, ricevendo al contempo un supporto tramite il microcredito come strumento di supporto economico, che impedisca che i piccoli, per necessità, vengano instradati verso la ricerca di reddito a sostegno di fratelli e genitori.

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